www.biomeccanicaforense.com è il nuovo portale, gestito dall'Ing. Alberto Sartori ed Ing. Pierluigi Perfetti, che approfondisce gli aspetti riguardanti la biomeccanica del corpo umano, il colpo di frusta, i sistemi di sicurezza passiva, la ricostruzione di incidenti stradali.
La Biomeccanica Forense applica i principi e i metodi scientifici dell’Ingegneria alla soluzione dei problemi tecnici in ambito medico e giudiziario. Per sua natura, essa coniuga l’Ingegneria con la medicina e la giurisprudenza, ovvero la tecnica con il diritto e la biomeccanica. Per cominciare, la meccanica è quella scienza che si occupa di come i corpi reagiscono (nello spazio e nel tempo) all'applicazione di un carico, ovvero di una forza esterna che agisce in compressione, trazione, torsione o scorrimento, producendo conseguenti fenomeni di strappo, lacerazione, rottura, fessurazione sulla macro e micro-struttura del corpo stesso.
La biomeccanica comporta l'applicazione dei principi della meccanica nell'ambito della medicina, della scienza dello sport, della biologia, dell'ergonomica, della ricostruzione di incidenti stradali. Tra le numerose attività, l'Ingegnerie Biomeccanico indaga sulla risposta del corpo umano a sollecitazioni relative ad attività sportive o di lavoro, a fenomeni d'urto generati da incidenti stradali, alla resistenza corporea ad insulti ambientali (estremi di temperatura, pressione, accelerazione, vibrazione) e a tutti i rimanenti fenomeni con implicazioni di carattere medico-legale.
Supponiamo, ad esempio, che un Ingegnere Biomeccanico-Forense sia chiamato, come perito, a valutare la possibilità che vi sia un fondamento di natura biomeccanica ad un presunto infortunio sul lavoro. Quale approccio utilizzerà per risolvere il quesito posto dal giudice? Tanto per cominciare, il perito dovrebbe possedere tutta la documentazione medica che registra la diagnosi ed il trattamento della patologia sotto inchiesta. Ipotizzando che la diagnosi ed il conseguente trattamento siano corretti, l'Ingegnere Biomeccanico-Forense dovrà essere in grado di definire l'esatto meccanismo che ha condotto alla rottura o lacerazione dei tessuti in questione, ovvero se sia conseguente all'applicazione di un carico di compressione, trazione, taglio, flessione, oppure torsione. Ad ognuno di questi meccanismi è infatti associata una specifica caratteristica lesiva dei tessuti interessati che consente di definire le esatte modalità di accadimento dell'evento. Il passo conclusivo consiste nel determinare l'esistenza di un collegamento tra le lesioni lamentate dal paziente, sia per tipologia che per entità, ed il presunto meccanismo che le ha generate.
Fonte: BiomeccanicaForense.com